Cos’è il Metaverso? (ancora nessuno davvero lo sa…)

Cos’è il metaverso? Ad oggi non esiste una risposta inequivoca a questa domanda, ma alcuni elementi possono essere considerati indiscutibili. Un motore grafico 3D consentirà di connettere gli utenti all’interno di più mondi virtuali per farli interagire tra loro in uno spazio aperto alla collaborazione dotato di una propria economia (basata su blockchain). All’interno del metaverso, con una o più identità personali, potremmo essere fruitori e/o costruttori di mondi…

Ormai da quasi un anno tutti parlano in modo più o meno consapevole di metaverso, ma a dire il vero nessuno sa davvero cosa sarà il metaverso, anche se i punti chiave che abbiamo sopra riassunto potranno sicuramente essere il comune denominatore dei diversi progetti in via di sviluppo.

Cominciamo però sgombrando il campo da possibile equivoci: alcuni giochi, ed in particolare quelli sul modello play-to-earn, parlano di se stessi come “metaversi”, con circonlocuzioni iperboliche quali “nel nostro metaverso”, “entra nel metaverso”, “compra la tua terra nel nostro metaverso” e così via… Orbene non è in questo modo autoreferenziale che si costruisce quello che probabilmente sarà l’autostrada digitale del futuro (una sorta di web 3.0): ciascuno di questi progetti, qualora non morisse prima, al massimo potrà essere una piccolissima tessera all’interno del gigantesco e potenzialmente infinito puzzle del futuro metaverso.

Il metaverso se sarà, sarà a disposizione di tutti, e costruito da tutti in proporzione alle proprie intuizioni ed alle proprie risorse da investire; ad oggi stanno lavorando su questo concetto grandi colossi multinazionali come Meta (Facebook per intenderci), Epic, Sony, ma soprattutto piccole start-ups le quali sono le uniche in questo momento ad aver rilasciato, spesso sotto forma di giochi, degli ambienti già a disposizione degli utenti.

Il metaverso quindi sarà un ambiente, non una piattaforma  – Crediamo fermamente che non esisterà un “colosso dominante” all’interno del futuro universo digitale, ma essi coesisteranno in un ambiente illimitato e potenzialmente aperto, espandibile ad libitum; così come il web 2.0 è popolato di siti, alcuni amatoriali, altri professionali, alcuni popolarissimi (come i social network) altri di nicchia, allo stesso modo crediamo che il nuovo metaverso potrebbe conservarne questa specifica caratteristica, lasciando così a ciascuno la possibilità di interagirvi, di fruire delle risorse, di costruirne e condividerne di proprie, con in più la possibilità di esprimere la propria personalità attraverso un concetto di identità digitale, del tutto nuovo.

Ambiente o Network: infinite possibilità.

Quello che noi abbiamo denominato “ambiente” in genere, nei siti di lingua anglofona, viene denominato “network”. Anche se la traduzione corrente per la parola network è “rete” per significare una serie di entità o servizi interconnessi tra loro per interagire l’uno con l’altro, a nostro avviso la parola “ambiente” è più aderente al concetto di cui ci stiamo occupando. Ed in effetti se il termine “meta” sottintende il concetto di “oltre” e quello di “verso” sottintende l’insieme delle cose conosciute o conoscibili, allora il “metaverso” è oltre la realtà, ovvero un nuovo ambiente ancora tutto non solo da costruire ma addirittura da immaginare.

Ovviamente all’interno di questo ambiente il concetto di interconnessione (e quindi di “network”) è fondamentale: allo stato dell’arte ci sono diversi progetti di metaverso, e quindi è più corretto discettare di “metaversi” anzichè ridurre tutto ad unità… e questi metaversi sono interconnessi tra di loro, in modo da creare un network per l’appunto, grazie alla tecnologia sia software che hardware. Progetti come Decentraland, The Sandbox, Axie Infinity hanno come trait-d-union la modalità di accesso, ovvero l’identità del singolo utente: con un wallet crypto come Metamask (ma è solo un esempio, ovviamente ne esistono di altri) è possibile accedere a ciascuno di questi nuovi mondi, e nel wallet verrànno conservate le tracce e le suppellettili (comprese le proprietà) della nostra vita virtuale.

La funzione degli NFT nel metaverso: interscambio e trasportabilità

Non solo questi universi differenti saranno tra loro interconnessi, ma proprio grazie al concetto di identità digitale univoco (ma non unico) legato al wallet crypto attraverso cui ci si connetterà i beni e le identità digitali potranno traslare da uno all’altro… In parole povere oggetti comprati, costruiti od usati in uno dei mondi saranno registrati in blockchain all’interno del nostro wallet, ed accedendo con quello ad altri mondi del metaverso, potranno essere ivi utilizzati.

Tutto ciò sarà possibile grazie alle funzionalità rivoluzionarie introdotte dagli NFT (not fungible tokens) che consentono di registrare all’interno del portafoglio crypto non solo i token rappresentanti la valuta generale, o quella specifica di un determinato gioco/mondo, ma anche gli oggetti, che potranno essere più o meno rari, ma comunque in quantità numerabile.

A solo titolo di esempio quindi avatar, skins, oggetti di personalizzazione della propria identità digitale potranno essere utilizzati in più “metaversi” e contribuiranno in modo decisivo allo sviluppo dell’unico ambiente digitale che li connetterà tutti. Ovviamente per fare questo occorrerà adottare degli “standard”, processo ancora lontano da venire in questo momento, ma alcuni segnali incoraggianti già ci sono, proprio riguardo ai propri avatar (consigliamo di dare un’occhiata al sito https://readyplayer.me/ che sta tentando di creare un primo standard proprio nella gestione delle proprie identità virtuali).

L’economia del metaverso ed i costruttori di mondi

Nell’ambito del metaverso due concetti saranno sicuramente fondamentali: la possibilità da parte di tutti di contribuire alla costruzione di questo nuovo ambiente e la possibilità di interagire in un sistema economico autonomo ed autosufficiente.

Costruire mondi – (user generated content)

Quando il concetto di metaverso diventerà effettivo, le grandi multinazionali non saranno più in grado di offrire tutti i contenuti necessari alle sempre nuove necessità degli utenti. Ovvio esse svolgeranno sempre un ruolo determinante, soprattutto per la grande mole di risorse che potranno investire, ma ci sarà spazio per tutti, semplici utenti, freelancer, creativi, artisti… Così come nella vita reale ciascuno potrà costruire una parta del mondo che vorrà, e magare potrà renderlo fruibile anche agli altri utenti, in modo del tutto gratuito o magari all’interno di un sistema economico.

Il potenziale sarebbe così quasi illimitato: ciascuno potrebbe offrire servizi, gestire mostre, produrre oggetti di utilità od ornamentali, distribuendo così il proprio “user generated content” e contribuendo alla crescita del fenomeno. Ovviamente per fare ciò è necessario che ci siano strumenti di developing condivisi tra i diversi “mondi” e soprattutto il più semplici da utilizzare possibile.

Di contro qualcuno dovrà assumersi l’onere di controllare od approvare tutto questo “contenuto”, per assicurarsi che non vengano immessi contenuti “contra legem”. Di chi sarà questo compito, se potrà essere un compito distribuito e remunerato tra gli stessi utenti come ci auspichiamo, nessuno ancora può dirlo.

(Meta)Economia 

All’interno del metaverso quindi ci sarà una vera e propria economia, in cui potranno operare non solo le grandi aziende e le start-ups, ma anche i singoli utenti, che assumeranno quindi la fisionomia di veri e propri freelancers. Si potranno scambiare beni e servizi digitali, sotto forma anche di NFT, ed in ogni mondo magari verrà utilizzato un token od una cryptovaluta differente… Questa babele monetaria potrebbe non essere di ostacolo se al sistema delle cryptovalute resterà sotteso un sistema unico di “cambio” che le potrà renderle convertibili o scambiabili tra loro e ovviamente con la moneta FIAT di riferimento. Nulla osta, inoltre, che la (meta)economia riguardi anche oggetti “reali”, con la possibilità quindi per gli store di creare meta-shops in cui vendere prodotti da poi consegnare fisicamente come avviene normalmente con l’e-commerce. Inoltre l’utilizzo degli NFT sta introducendo alcuni utilizzi del tutto singolari, ovvero la possibilità di acquistare degli oggetti reali per collezionismo (al momento alcune prestigiose marche come Nike ed Adidas si stanno cimentando in questo segmento) conservati direttamente presso il produttore, il cui NFT rappresenta la titolarità dell’oggetto reale, ed è trasferibile tra utenti, come fosse un titolo al portatore.

Oltre il concetto di multipiattaforma: una tecnologia fluida

Per essere effettivamente fruibile da tutti il metaverso, ovvero questo ambiente fatto di tanti mondi differenti interconnessi, dovrà gioco-forza essere multipiattaforma, ovvero utilizzabile con qualsiasi dispositivo. Ma forse il concetto stesso di piattaforma deve essere abbattuto, per fare posto ad una tecnologia “fluida” che possa concretizzarsi in ogni dispositivo. Dallo smartphone al visore VR ci dovrà essere posto davvero per ciascuno.

Identità univoca e molteplice: cambiare pelle

Se l’identità digitale nel metaverso sarà legata ai crypto wallet digitali, così come già succede nei primi vagiti dei mondi nascenti (Decentraland, The Sandbox, Somnium Space, etcetera) allora la nostra identità sarà sicuramente univoca. Univoca però non significa unica: significa soltanto associata in modo incontrovertibile a noi, attraverso l’indirizzo del wallet digitale attraverso cui parteciperemo alla nuova vita virtuale. Ma all’interno del nostro wallet potremo avere molteplici identità digitali, differenti tra loro, e tutte univoche, con la possibilità di cambiare dall’una all’altra a seconda del mondo che intendiamo visitare, o magari semplicemente dell’umore. Ci si libererà quindi del “carapace” corporeo per arrivare a manifestare la nostra personalità in modi forse neanche immaginabili al momento (avete presente Ready Player One? Siamo ancora lontani ma quello è l’obiettivo…). E questa possibilità di creare identità estranee ad un corpo reale potrà essere l’elemento liberatorio per tutti coloro che per motivi fisici, patologici o semplicemente psichici nel mondo reale sono fortemente limitati. Nel metaverso quindi identità digitale ed accessibilità andranno di pari passo.

Conclusione: il metaverso tra utopia e distopia

In conclusione il metaverso è ancora tutto da costruire e nessuno sa veramente cosà sarà. I punti chiave che abbiamo indicato sopra, possono essere degli spunti di riflessione, sulle direzioni in cui potrà scorrere lo sviluppo di questo nuovo mondo digitale. Noi siamo tra coloro che sperano di realizzare un utopia, che il metaverso possa essere un posto senza barriere, di perfetta integrazione e di opportunità per tutti coloro che vorranno impegnarvisi, ma ovviamente c’è chi non è così ottimista. Il sottile fil rouge tra utopia e distopia non è facilmente visibile (sebbene sia rosso… -consentiteci la facezia), ed il confine tra un mondo ricco di potenzialità che possa integrare il mondo reale, ad uno simile ad una prigione dorata in cui essere confinati dal potere, o magari confinarsi per sfuggire alla realtà potrebbe essere labile, incerto, mutevole…

Ai posteri l’ardua sentenza!

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