HomeCryptoTerra / Luna: crollo e delisting. Ecco cosa abbiamo capito… Crypto Terra / Luna: crollo e delisting. Ecco cosa abbiamo capito… In soli tre giorni dal 10 maggio al 13 maggio 2022 è avvenuto il più grande crollo nella storia delle cryptovalute, con il collasso dello stablecoin Terra UST, progettato per avere la parità con il dollaro americano (peg) grazie all’utility token collegato ad esso (un token di governance) LUNA, il cui valore si è quasi completamente azzerato. In questo articolo proviamo a capire cosa sia davvero successo. Ovviamente, ci sono fior di analisti che stanno analizzando i dati e faranno disquisizioni tecniche più dettagliate e pertinenti della nostra: per questo il nostro articolo ha per titolo “ecco cosa abbiamo capito…”. Il collasso dell’ecosistema Terra/Luna è però oggettivo: LUNA che era entrato nelle top 10 crypto del mercato ha perso quasi il 100% del proprio valore, arrivando a valere da un massimo di 120$ ad una frazione di frazione di un centesimo (ed è stato “delistato” dai principali Exchange), mentre TERRA UST ha perso la peg di 1$, arrivando ad un valore di 13 centesimi. Prima di addentrarci nella trattazione (o meglio enumerazione) degli avvenimenti degli ultimi giorni proviamo ad illustrare alcuni concetti basilari, affinchè possa essere più agevole poi comprendere la dinamica degli eventi che ha portato al collasso dell’ecosistema Terra Luna. Cos’è uno stablecoin? Uno stablecoin è una cryptovaluta progettata per avere la parità (in gergo indicata con l’acronimo peg) con un altro asset, come ad esempio il dollaro americano (USD) o l’euro (EUR). Le stablecoins dovrebbero avere il vantaggio di essere meno volatili rispetto alle cryptovalute tradizionali, come il Bitcoin o l’Ether, che possono subire fluttuazioni decisamente cospicue anche in una sola giornata; esse inoltre dovrebbero fungere da collegamento con il sistema finanziario tradizionale, pur rimanendo all’interno del mondo crypto, consentendo agli investitori di “parcheggiare” una parte del proprio denaro, magari in attesa di un investimento in altcoin, per evitare appunto gli alti e bassi del mercato. Cos’è TERRA (UST) e LUNA (conosciuto come Terra Luna) e come funziona. Terra nasce innanzitutto come un protocollo blockchain pubblico sviluppato in Cosmos SDK, un framework che consente agli sviluppatori di creare le loro blockchain personalizzate e le loro dApps sul network Terra, specializzato nella gestione di stablecoins. Tale protocollo è stato ideato dalla società Terraform Labs in Sud Corea, il cui socio fondatore Do Kwon era diventato una vera e propria star, negli ultimi due anni. LUNA e UST sono i due token nativi di questo network, entrati nel listini dei principali exchanges di cryptovalute fin dal luglio 2019 Mentre alcuni stablecoins, come tether, mantengono la loro stabilità attraverso un ancoraggio a beni e materie prime, stablecoins algoritmiche come Terra UST mantengono la peg attraverso un sistema di bilanciamento, denominato arbitraggio, con un altro token di riferimento, in questo caso LUNA, l’utility token che doveva garantire la stabilità di 1 UST. Quindi mentre l’UST dovrebbe valere sempre 1 dollaro (per mantenere appunto la parità) è il token di bilanciamento LUNA che può oscillare di valore. Proviamo in poche parole a spiegarne il funzionamento. Ogni volta che viene coniato un nuovo UST si brucia il valore di 1 dollaro di LUNA e viceversa. Dovrebbe essere esattamente come una bilancia del tipo stadera (quella della giustizia per intenderci) dove da un lato c’è UST e dall’altro LUNA. Qualora il prezzo dell’UST scendesse ad esempio a 0,97 centesimi, sarà possibile, in base a questo sistema, comunque scambiare un UST per 1 dollaro di LUNA, quindi bruciando ogni UST si avrebbe un margine di guadagno si 0,3 centesimi. Ovviamente più persone bruceranno UST per approfittare di questo margine, più l’offerta di Terra UST si ridurrà, facendone aumentare il prezzo e riportandolo verso la parità. In questo processo di ristabilizzazione potrebbe accadere che UST arrivi ad un valore superiore alla peg, magari a valere 1,02 centesimi. A questo punto il processo si inverte, e gli investitori tenderanno a bruciare 1 dollaro di LUNA per approfittare di questo margine di profitto, riportando il sistema in equilibrio. Questo è almeno quello che sarebbe dovuto accadere, ma qualcosa non è andato per il verso giusto dato il crollo degli ultimi giorni L’ecosim Terra, il protocollo Anchor ed il suo boom Sulla blockchain Terra è stato costruito quello che viene denominato un vero e proprio ecosistema, con token, cryptovalute, applicazioni, wallet (alcuni dei quali addirittura accettati in molti negozi reali in Sud Corea ed in alcuni altri paesi contigui), ed un proprio “money market” denominato Anchor. La fama di Anchor deriva da un incredibile APY (tasso di interesse per anno) che esso riconosceva agli acquirenti di UST che avessero depositato la propria valuta Terra presso la piattaforma. Il valore del rendimento annuo era del 20%, di molto superiore a quello tutti gli altri concorrenti. Questo ha portato ad un incredibile boom la diffusione di Anchor, che nel giro di un anno si è trovato a gestire più della metà della cryptovaluta Terra UST in TVL (ovvero bloccata in depositi). L’aumento dei depositi in UST è stato davvero incredibile nell’ultimo anno: so + èassatp da 220 milioni di dollari ad una capitalizzazione di mercato in UST, prima del crollo, pario a 12,5 miliardi di dollari, ovvero un aumento di oltre 60 volte il valore di un anno prima. Il tutto è evidente dal grafico sotto riportato. Nonostante questo aumento incredibile, che ha portato UST ad essere la terza stablecoin più capitalizzata del mercato, qualcosa però non andava in quanto il volume di scambi della moneta Terra era largamente inferiore a quella di altre meno capitalizzate. Il che evidentemente indicava in modo chiaro come la maggior parte delle persone comprasse UST solo per il rendimento offerto da Anchor, mentre utilizzava molto poco UST per scambi commerciali e/o per fare trading su altre crypto. Questa discrepanza si può vedere da questo tweet qui in basso. I dubbi espressi da alcuni blogger e la sostenibilità del sistema Già prima del crollo molti blogger avevano sollevato dubbi circa la sostenibilità del sistema: basta cercare in rete su Google parole chiave come “Ponzi + Terra Luna” per trovare video youtube od articoli pubblicati ben prima il crollo di maggio 2022. I dubbi avanzati in particolare vertevano sulla capacità del sistema di reggere un possibile disinvestimento da parte dei possessori di depositi su Anchor. In particolar modo alcuni analisti si interrogavano su cosa poteva succedere al token LUNA in caso di abbassamento del APY da parte di Anchor, individuando in questo motivo la possibilità di un eccesso di disinvestimento. Anche Do Kwon sembrava consapevole di questa criticità del sistema, in quanto aveva previsto di creare 10 miliardi di dollari in BTC, quali riserve a garanzia del mantenimento del “peg” da parte dell’UST. Ed in questo tweet del giorno 11 Aprile 2022 così rispondeva ad alcuni scettici, non senza una certa arroganza, diremmo noi. Per concludere vogliamo rimandarvi al profilo twitter di Algod Trading, tra i primi a spiegare attraverso i canali social perchè dalle sue analisi Terra Luna non era null’altro che uno schema Ponzi, con la crescita del valore di LUNA nell’ultimo anno di circa il 650%, crescita che riteneva insostenibile, a leggere i suoi tweet già a partire da febbraio 2022. Citiamo infine anche David Gerard, autore del libro “Attack of the 50 Foot Blockchain”, che in un intervista sul tema ha testualmente detto: “Considerare LUNA un token di governace, è un modo per fingere che i soldi inventati con uno schema Ponzi non siano soldi inventati con uno schema Ponzi” Come è avvenuto il crollo di Terra Luna? Da quello che abbiamo capito (anche attraverso tutte le fonti che abbiamo consultato, e di cui renderemo conto con dei “crediti” alla fine dell’articolo), è che il crollo è avvenuto per la repentina perdita di fiducia degli investitori nell’UST e per un massiccio movimento di vendita, scatenato dal panico o secondo altri, pilotato da una manovra contro questo stablecoin. Lo scricchiolio, prima del terremoto di maggio, era avvenuto nel gennaio 2022 a seguito del fallimento di Frog Nation, una sorta di collettivo di diversi DEFI decentralizzati, tra cui Abracadabra, Wonderland, etc… Già in quell’occasione Terra UST aveva oscillato molto al di sotto della “famigerata” parità, tanto che la Fondazione Luna era stata costretta a comprare già in quell’occasione oltre 1 miliardo di BTC, per aumentare le riserve a difesa della peg dell’UST. Ma il vero e proprio crollo è avvenuto a partire dal 9 maggio quando la pressione delle vendite su LUNA si è intensificata, facendo di converso crollare il prezzo degli UST ben al di sotto della parità. Il sistema quindi non ha funzionato, in quanto avendo perso la parità gli UST ed essendo al contempo crollato il prezzo dei LUNA, il meccanismo per cui sarebbe stato conveniente comprare gli uni per stabilizzare il prezzo dell’altro (come abbiamo spiegato sopra) in quanto ci sarebbe stato un margine di guadagno, era completamente saltato, ed ogni acquisto sarebbe risultato in perdita. Detto in parole povere si è innescato un meccanismo a catena, che possiamo così semplificare: il mercato crolla, causando le vendite massicce di LUNA e la perdita della parità dell’UST si innesca un’ondata di panico e vengono quindi venduti / bruciati UST per cercare di far risalire il prezzo di LUNA LUNA però viene immediatamente rivenduto per il crollo del prezzo questa ulteriore vendita innesca altro panico destabilizzando ancora di più il prezzo dell’UST, che scende ben al di sotto della parità Questi quattro punti si ripetono in sequenza, portano alla totale perdita di valore del token LUNA, oramai prossima allo zero, e contemporaneamente ad un valore di UST pari a poco più di 10 centesimi di dollaro, lontanissimo dal peg. Sostanzialmente una quantità abnorme di token LUNA sono stati coniati e poi immessi sul mercato, man mano che gli investitori abbandonavano gli UST. Questo ha messo ancora più pressione instaurando un effetto spirale. A questo si aggiunga che Luna Fundation, nel tentativo di parare il colpo ha immesso sul mercato tutte le proprie riserve, anche quelle detenute in BTC (37.000 Bitcoins – per un valore di €962,000,000 al prezzo della vendita), facendo crollare anche il prezzo del Bitcoin, e di conseguenza tutte le altcoin del mercato. Il tentativo disperato di salvataggio non solo non ha funzionato, ma avendo Luna Fundation dilapidato tutte le proprie riserve, ciò ha comportato il totale crollo del sistema Terra. Terra Luna ha visto bruciare dal protocollo circa 20 miliardi di dollari in sole 24 ore, diventando così il più grande crollo di criptovalute di tutti i tempi. Per concludere possiamo dire che il crollo è derivato da diverse forze che si sono innescate in una sorta di spirale. Esse sono state: L’effetto dell’algoritmo stesso alla base dello stablecoin UST / LUNA; Il panico generale, che ha portato migliaia di investitori a vendere UST non appena si è avuto il rischio di “depeg” La riduzione dei tassi di interesse di Anchor, che inizialmente partiti al 20% erano agganciati alle riserve TLV in funzione dell’aumento/diminuzione di tali riserve per scaglioni del 5% (ovvero ogni qual volta le riserve TLV diminuivano del 5% diminuiva anche l’interesse inizialmente promesso del 20% – quindi più si smobilizzavano UST più diminuiva il tasso di interesse proposto, e così via a catena). Quale futuro per Terra Luna, dopo il delisting ed il crollo? Tutti si chiedono quale possa essere il futuro dell’ecosistema Terra dopo il crollo dei giorni scorsi. Non siamo chiromanti, e non siamo analisti finanziari, quindi non possiamo azzardare nessuna previsione. Dagli ultimi tweet di Do Kwon, il fondatore di Terra sembra però intenzionato a ripartire. Vedremo in futuro se ciò sarà possibile, e quali conseguenze questo crollo porterà a lungo termine su tutto il versante delle cryptovalute. Conclusione Nell’ambito delle cryptovalute ed anche dei giochi crypto, di cui questo blog si occupa bisogna essere quindi sempre più che cauti. Lo ricordiamo sempre anche nei giochi play-to-earn… non pensate di poter fare il “botto”, approfittate dei momenti, provate a divertirvi, rischiate solo quel che potete perdere eventualmente, proprio come si vi trovaste al tavolo verde di un casinò. Crediti: Per scrivere questo articolo abbiamo attinto a diverse fonti. Di particolare aiuto ci sono stati gli articoli pubblicati in inglese nei blog Chaindebrief e GMW3 Share This Previous ArticleMerge Cats: recensione del gioco crypto per Android Next ArticleAlien World introduce i punti NFT: cosa cambia? 15/05/2022